JOURNAL
Pizzo Corzene, tra polvere e silenzio: il racconto di Patrick Giudici
Ci sono giornate che rimangono scolpite nella memoria non solo per la bellezza dei paesaggi, ma per la sensazione che tutto si allinei alla perfezione.
Patrick Giudici, Alpine Ski Racing Coach, ci ha raccontato una di quelle esperienze in cui la montagna diventa non solo sfida, ma anche gratitudine.

Che avventura era?
Patrick. “Era una giornata di freeride puro, tra canaloni ripidi e neve polverosa da sogno.”
Un’avventura che non è solo tecnica o adrenalina, ma anche emozione pura: la libertà di scegliere la propria linea, l’ebbrezza della discesa, il privilegio di vivere un momento unico.
Perché per te è stata una giornata speciale?
Patrick. “È stata una giornata in cui tutto era perfetto: la neve leggera e polverosa, il cielo limpido, la squadra di amici giusta, e quella sensazione di sfida continua. Bella e intensa allo stesso tempo, con l’adrenalina che si mescola al silenzio della montagna. Mi ha lasciato gratitudine: il privilegio di vivere momenti così rari e preziosi.”
Le sue parole raccontano quella magia che solo la montagna sa regalare: la combinazione di elementi che trasformano una semplice discesa in un ricordo che rimane inciso dentro.

Cosa porti sempre con te in montagna?
P. “Porto sempre rispetto. Sembra poco ma per me è essenziale: rispetto per l’ambiente, per i compagni, per i limiti personali. In pratica si traduce in preparazione, controllo dell’attrezzatura e la consapevolezza che la montagna ti regala tanto, ma va vissuta con umiltà.”
Un concetto semplice, ma che racchiude tutta la filosofia di Patrick: la montagna non va mai data per scontata, ma affrontata con umiltà, consapevolezza e responsabilità.
Cosa significa per te “libertà” in montagna?
P. “Libertà è scendere un pendio vergine, scegliere la propria linea e sentirsi parte di quel paesaggio immenso. È il momento in cui spariscono rumori, distrazioni, pensieri: restano solo te, la neve e il battito del cuore.”
La libertà per Patrick non è solo assenza di vincoli, ma la possibilità di immergersi totalmente nell’esperienza, di lasciare che la montagna diventi un dialogo silenzioso tra corpo e natura.

Se dovessi descriverti con una parola, quale sarebbe?
P. “Determinato. Nello sport, nel lavoro con i ragazzi, nelle avventure outdoor: inseguo sempre la linea migliore, con passione e responsabilità.”
Ed è forse questa la chiave per leggere il suo rapporto con la montagna: una determinazione che lo guida in ogni scelta, nello sport come nella vita, sempre alla ricerca della linea migliore.
